Una ricerca di Humanitas rivela che è possibile riconoscere nei tamponi di screening la presenza di Dna tumorale: la scoperta può far prevedere con anni di anticipo la manifestazione della malattia.

Da una ricerca italiana arriva un’importante scoperta nella lotta al tumore alle ovaie. Uno studio targato Humanitas dimostra che è possibile prevedere il cancro dell’ovaio con anni di anticipo grazie ad un’analisi genetica condotta sui campioni prelevati per il Pap test. Il lavoro “potrebbe cambiare l’approccio alla malattia: il sogno di una diagnosi precoce per il tumore ovarico è oggi un passo più vicino alla realtà”, fanno sapere dall’Irccs milanese.

Tumore alle ovaie, diagnosi precoce col Pap test

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine e apre ad un esame del Dna in grado di “identificare la presenza di alterazioni molecolari specifiche del cancro all’ovaio” con netto anticipo (anche dieci anni) prima che la patologia si manifesti. La previsione, già sperimentata in maniera simile da diversi gruppi di ricerca nel mondo, avviene sfruttando i normali tamponi usati per i test di screening dei tumori del collo dell’utero.

In Italia il tumore dell’ovaio colpisce oltre 5mila donne ogni anno, secondo i dati riportati nel rapporto I numeri del cancro in Italia elaborato da Airtum (Associazione italiana registri tumori) e Aiom (Associazione italiana di oncologia medica). Il cancro ovarico è al decimo posto tra le forme tumorali più diffuse, costituisce il 3% di tutte le diagnosi di tumore e conta una percentuale di sopravvivenza del 40% a cinque anni dalla diagnosi.

Un ricercatore al lavoro
Nei tamponi del Pap test alterazioni molecolari spia: la scoperta italiana

La forma più frequente, aggressiva e letale (perché resiste ai farmaci chemioterapici) è il carcinoma ovarico sieroso ad alto grado (Hgsoc), che costituisce il 70% di tutte le diagnosi. Nella maggior parte dei casi la malattia viene diagnosticata quando è in fase già avanzata, ma i dati stanno migliorando proprio grazie ai continui sforzi dei ricercatori come quelli di Humanitas.

Cambiare la nostra capacità di fare diagnosi precoce significa cambiare le possibilità di cura ed è quello che crediamo sia possibile fare grazie a un approccio innovativo, implementabile su larga scala e non invasivo”, spiegano i coordinatori dello studio, Maurizio D’Incalci e Sergio Marchini. L’approccio citato comprende l’utilizzo dei tamponi dei Pap test e l’applicazione di tecniche di analisi genomica in grado di identificare la firma molecolare di questo tumore, ovvero la sua instabilità genomica.

Da ricerca Humanitas svolta sul tumore ovarico

I ricercatori di Humanitas hanno scoperto che nelle prime fasi del processo di trasformazione tumorale il Dna delle future cellule neoplastiche è caratterizzato da profonde anomalie nella sua struttura e organizzazione. Per trovare l’instabilità genomica e sequenziare l’Adn, il gruppo ha analizzato i Pap test di 113 donne con cancro all’ovaio in tutta Italia e li ha confrontati con quelli di 77 donne che negli anni successivi non hanno ricevuto alcuna diagnosi di tumore.

Il numero di falsi positivi nel gruppo di controllo è molto basso, così come il numero di falsi negativi tra i tamponi delle pazienti con tumore”, evidenziano le prime autrici dello studio, Lara Paracchini e Laura Mannarino. “I test diagnostici sono particolarmente complessi da testare perché vanno valutati nel mondo reale, su grandi numeri di pazienti e in modo prospettico. Solo così sarà possibile dimostrare che rilevando queste tracce di Dna altamente instabile siamo davvero in grado di predire la malattia e di implementare un percorso di monitoraggio che può salvare delle vite”, conclude D’Incalci.

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ultimo aggiornamento: 07-01-2024


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