Nell’anno passato la crescita si è avvicinata all’11%: record di nuovi punti vendita e un fatturato che arriva a 8,2 miliardi di euro.

Nel 2023 le catene di ristorazione in Italia hanno fatturato 8,2 miliardi di euro, con una crescita annua che si avvicina all’11%: una percentuale superiore alla media del settore del food, cresciuto dell’8,6% medio. Lo rivelano i dati del Food service market monitor di Deloitte elaborati per Food24 da Aigrim, l’Associazione delle imprese di grande ristorazione e servizi multilocalizzate aderente a Fipe-Confcommercio.

Catene di ristorazione in Italia crescono dell’11%

Le catene di ristorazione italiane valgono il 10% del mercato. Un dato incoraggiante ma sul quale si può ancora migliorare, considerando che il valore del comparto in Europa è del 26% e nel mondo raggiunge il 35%. Nonostante la pandemia, il tasso medio di crescita nel periodo dal 2016 al 2022 è stato del 4,5%, sfruttando il delivery e il take away.

Il 50% del mercato è coperto dal full service, il 20% dai bar e l’1% dallo street food. A fare numeri più che positivi è proprio il cosiddetto quick service, ovvero i fast food e tutte le attività dove non viene effettuata l’ordinazione e il servizio al tavolo. Queste catene hanno una fetta di mercato del 29% e si stanno diffondendo più del casual dining perché gli investimenti costano meno, c’è bisogno di poco spazio e personale.

Junk food e fast food
Fast food meglio di full service: i numeri di Aigrim

I marchi più diffusi in Italia sono McDonald’s, Burger King e Kentucky Fried Chicken. Chef Express del gruppo Cremonini prepara una forte espansione con 150 milioni di investimenti. In aumento pure i punti vendita di Cigierre – Old Wild West, Wiener Haus, Pizzikotto, America Graffiti, Shi’s e Smashie – e le bowl con I Love Poke e Poke House.

Autogrill sta per lanciare il franchising 12oz, la caffetteria del gigante olandese Jde Peets. Eni punta ad incrementare le aperture di Alt – Stazioni del gusto, in collaborazione con l’Accademia dello chef Niko Romito. Crescono Starbucks e Löwengrube; sull’italiano La Piadineria, Signorvino, Doppio Malto e le catene di pizzerie che compongono una fascia a parte.

Catene di ristoranti italiane: consumi in aumento

I consumi fuori casa sono previsti in crescita del 4-5% l’anno e su questo trend si innestano due elementi che vanno a vantaggio delle catene – spiega Cristian Biasoni, il presidente di Aigrim –. In primo luogo la minor difficoltà, che comunque rimane, ad affrontare i problemi legati al reperimento e alla gestione del personale. A favorire le catene sono soprattutto i possibili percorsi di crescita professionale. Il secondo vantaggio riguarda gusti e abitudini dei clienti, soprattutto dei giovani, che sono sempre più polarizzati sulla scelta di cosa mangiare, che sia hamburger o sushi”.

Il futuro del settore passa per l’attenzione alla sostenibilità con maggiori opzioni vegetariane e plant-based nei menù e allo sviluppo di strumenti digitali per soddisfare la customer experience. “In generale c’è ottimismo nonostante il cattivo momento congiunturale che sta colpendo lo scontrino medio più che la frequenza di acquisto – conclude Biasoni –. Nelle piccole catene i flussi di cassa possono illudere e lasciare spazio all’entusiasmo. Bisogna fare attenzione alla marginalità, perché non è facile superare il guado dei dieci-venti locali senza avere una valida struttura operativa centrale”.

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ultimo aggiornamento: 12-03-2024


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